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Lupaiolo

Una giornata di “full immersion” attraverso ill “Sentiero del Beato Lando”, un percorso ambientale della biodiversità che parte Pietrafagnana e si arriva a Lupaiolo, svelando gli aspetti storici, geologici, faunistici e vegetazionali di uno degli angoli più suggestivi del Montefeltro. Lungo il percorso sono state realizzate sei piazzole di sosta con originali tabelle a forma di cubo girevole e disseminati cartelli che indicano gli antichi borghi, cento indicatori con paletto per segnalare le specie vegetazionali e floristiche, con il nome scientifico, in volgare e il periodo di fioritura. 17 Kilometri impegnativi, ma che in primavera ragalano scenari assai spettacolari. Nel nostro trail non abbiamo ravvisato sorgenti d’acqua.

via Francigena 2

Scusate. Non sono così assiduo nel raccontare ogni avventura, ma qualche kilometro è stato consumato dai miei scarponi. Mille idee e propositi sempre pronti, poi tra il pensiero e la realtà cambiano molte cose. Consiglio comunque di vivere un pezzo della via Francigena. Quello percorso dalla mia famiglia sono solo e al momento, 35 km. Due tappe.

Tappa1 Bolsena – Montefiascone

Tappa 2 Montefiascone – Viterbo

Vissuti nei giorni del triduo pasquale. Esperienza molto arricchente e affascinante.

La tappa dei 100 km da Roma. Abbiamo ricevuto le credenziali.

A dire il vero non eravamo molto allenati, e il primo giorno abbiamo un poco sofferto. Il secondo, sapendo che dovevamo fare sosta presso le terme, avevamo le ali ai piedi. Prossimamente aggiungerò ulteriori dettagli

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Via Francigena 1

Finalmente dopo anni ho realizzato un mio desiderio camminare lungo un tratto della Via Francigena, con diverse persone a me assai care. Un pezzo breve, ma intenso. Poco dislivello, ma con panorami veramente particolari: lago, ulivi, lastre di basalto e sole. Di pellegrini ne ho incontrati il primo giorno diversi: barbe incolte, capelli arruffati e mossi dal vento, zainoni e scarponi. Molti stranieri. Oggi, in Italia, una persona che cammina sul bordo di una strada provinciale con uno zaino sulle spalle viene spesso guardata storto come un alieno saccopelista. A molti piace vincere facile. Questa via è un cammino esteriore ed interiore. Un itinerario di pellegrinaggio non deve avere, solamente uno scopo una meta, ma offrire il tempo di guardarsi dentro. Certamente devono essere presenti resti archeologici: strade, ponti, ospitali, tombe di pellegrini. Lungo il percorso è facile incontrare chiese, cappelle, edicole con chiare tracce dei simboli dei pellegrini. Altrettanto preziose sono le persone che incontri, che ti accolgono come “Cristo Pellegrino”. Ma da dove nasce questa tradizione? I Pellegrini che nel Medio Evo si mettevano in viaggio lungo la Via Francigena, diretti a Roma o a Gerusalemme, erano consapevoli di affrontare un’avventura che li avrebbe esposti a seri pericoli. Essi avrebbero messo a dura prova la loro forza di volontà e la loro resistenza fisica. Per loro il viaggio a piedi non era una scelta, le loro gambe erano l’unico mezzo di trasporto che potevano permettersi, e anche per chi non doveva valicare le Alpi per arrivarci, Roma era un traguardo lontano e ambizioso. Il cammino incominciava dalla porta di casa, da dove il pellegrino imboccava una delle innumerevoli vie per Roma, che convergevano verso meridione nella cosiddetta Via Francigena. Uno strano appellativo, questo, per un itinerario, che invece di indicare un traguardo preciso, rimarca una provenienza incerta. Infatti il termine Francigena infatti indicava la Via che arrivava dal territorio dei Franchi, coincidente, all’epoca, con vaste aree dell’Europa settentrionale. Oggi il viaggio lungo la Via Francigena ha ovviamente un significato diverso rispetto al Medio Evo, ma anche qualche analogia. La differenza principale consiste nella scelta consapevole di camminare. Ma ogni pellegrino ha le proprie tentazioni., ma di questo ne parleremo un altra volta.francigena004

 

Spoleto e dintorni

Scusate la mia scarsa attitudine nel comunicare i miei spostamenti. Sono trascorsi sei mesi dal precedente articolo. Durante l’estate 2014 mi sono cimentato in svariate cose:  impegni lavorativi nuovi,  ferie, purtroppo non in montagna (visto il meteo per nulla estivo, è andata meglio così!).

Se vi trovate in Umbria, vi consiglierei un bell’itinerario da svolgere in giornata. Punto di partenza è Spoleto. Siamo partiti dall’alloggio alle ore 7,00 e siamo risaliti al “Ponte delle Torri”, un meraviglioso acquedotto romano. Da qui si imbocca “la strada dei Condotti“, sentiero 3 verso Casteldelmonte e l’omonima forcella. Questo tratto si sviluppa quasi totalmente nel sottobosco. Dislivello: da 435 m a 952, circa 500 m. Successivamente si devia per il sentiero 2\4 verso Forca delle Porelle 911 m. Da qui si scende verso Monteluco e il suo splendido convento 810 m.  San Francesco nel 1200 .ca percorse questi sentieri, visitando le comunità da lui fondate. A lato del convento si trova il “Bosco Sacro”, una folta vegetazione di lecci. Oltre questa vegetazione si può godere di una splendida panoramica sulla  piana di Spoleto. Molti sanno che questo tragitto si interseca più volte con il “Sentiero Francescano”, che inizia ad Assisi e termina a Greccio (Rieti). Alle 12.30 eravamo rientrati all’alloggio. Un piccolo appunto a coloro che svolgono dei pic-nic nel bosco verso Monteluco: vergogna!!! Guardate le ultime foto (sono solo alcune) e ditemi quale bestia produce così tanti rifiuti se non l’uomo incivile? Noi ci siamo rimasti molto male.

Eremo
Ingresso eremo
Ponte delle Torri
Acquedotto romano
scorcio
scorcio
Segnalica Forca Porelle
Segnalica Forca Porelle
Sentiero Francescano
Sentiero Francescano
Panorama ValNerina
Panorama ValNerina
rifiuti umani
Sporcizia e maleducazione

2014-08-03 11.24.08

Casentino

Con l’ultimo ponte era d’uopo approfittare del meteo e cogliere l’attimo.  Visto che quest’anno le castagne non erano un gran che, non ci siamo dedicati alla raccolta, abbiamo preferito assieme ad un gruppo di famiglie passeggiare. Bambini di diverse età erano al seguito, il più piccolo 5 anni ha percorso tutto il tragitto con le sue gambine. 200 metri di dislivello in 60 minuti.  Mi ha sempre colpito questo tratto e non so come mai è stato sempre percorso nei mesi di ottobre e novembre. Forse l’ambiente autunnale richiama all’essenziale, allo spogliarsi del superfluo. Il piglio deciso della combriccola facilita la salita. Dopo una breve sosta si ritorna al monastero. Gruppo ridotto, ma ben nutrito di bambini: 25 minuti.

All’eremo visita alla cella cella di San Romualdo e alla chiesa adiacente.

Casentino Camaldoli
monastero Camaldoli (AR)
Segnavia Eremo
Segnavia Eremo
fonte
Fontana 2 colombe
Segnavia
Segnavia sentiero
Cella S. Romualdo
Cella San Romualdo